Catasto delle Cupole e Campanili Maiolicati della Calabria

La presente ricerca è stata realizzata da un gruppo di amici (vedere più avanti “Ringraziamenti”), grazie ad un passaparola telematico, che in poco tempo ha consentito di individuare tutte o quasi le cupole o campanili realizzati con formelle policrome in Calabria.

E’ difficile risalire ad informazioni più specifiche, quale la data di posa in opera, e le caratteristiche tecniche, che richiedono indagini più di dettaglio sul posto e ricerche di archivio. E’ difficile definire anche quante di queste installazioni si siano perse nel tempo per semplice degrado o per la distruzione dei tetti ed edifici così frequenti in Calabria; d’altra parte sembra che che proprio in seguito a questi eventi catastrofici si siano realizzati la maggiorparte delle coperture maiolicate attuali.

Nello stesso tempo, ho realizzato una mappa con la posizione di questi luoghi, che facilita, per chi è affascinato da questi realizzazioni architettonica, la loro individuazione e visita.

Cenni storici 

Pur essendo state realizzate sin dagli albori della civiltà, e sia per copertura di edifici civili che religiosi, le prime cupole più importanti e note si riferiscono alla copertura degli edifici religiosi dall’epoca dell’impero romano in poi. La cupola del Pantheon a Roma è l’esempio più nota dell’epoca antica.

E’ nelle culture orientali del Mediterraneo che si sviluppa dapprima lìuso della ceramica decorativa delle costruzioni: già nell’antichità è in Iraq che sono utilizzate per un monumento molto rappresentativo, la Porta di Ishtar dell’arte assiro-babilonese che fu costruita attorno al 575 a.C.. Nelle epoche successive è il mondo islamico il protagonista indiscusso della produzione ed uso della maiolica, che ne fa un elemento fondamentale per le decorazioni nelle sue costruzioni; l’impiego della ceramica seguì di pari passo le conquiste territoriali del popolo arabo, penetrando in nella Spagna con la conquista dagli arabi nell’VIII sec. d.C.. Qui le tecniche locali si svilupparono con le innovazioni portate dagli arabi. Dalla riconquista degli aragonesi della Regione di Valentia, la maiolica penetrò nell’architettura europea: le piastrelle di Manises servivano, tra gli altri, a pavimentare i pavimenti del Palazzo dei Papi di Avignone (XIV sec.), del Monastero di Poblet, del Palazzo dei Borgia a Gandia e anche per le stanze dei palazzi vaticani. Il re Alfonso V “Il Magnanimo”(1442-1458), commissionò molte piastrelle per il suo Palazzo a Napoli 1.

Dal Rinascimento in poi si diffonde l’uso delle maioliche policrome nei rivestimenti delle cupole delle chiese, grazie alle loro caratteristiche di brillantezza, capacità di durare nel tempo, e alto valore estetico.
Le tegole di maiolica – per le quali si usa spesso la denominazione storica di riggiole, ma a volte anche di formelle, o di embrici – saranno diffusamente utilizzate – sin dal XVI sec. – in particolare nel Regno di Napoli, come uno degli elementi stilistici distintivi del barocco napoletano 2.

Il merito di avere introdotto l’uso delle tegole policrome a squame maiolicate nell’architettura del Regno di Napoli è attribuito a Giuseppe Nuvolo (1570-1643), architetto domenicano, più noto come “Frà Nuvolo”, esponente del manierismo e del primo barocco napoletano, attivo soprattutto a Napoli 3.

Le tegole di maiolica – per le quali si usa spesso la denominazione storica di riggiole, ma a volte anche di formelle, o di embrici – saranno diffusamente utilizzate – sin dal XVI sec. – in particolare nel Regno di Napoli, come uno degli elementi stilistici distintivi del barocco napoletano 2.

Il barocco ebbe modo di esprimersi a Napoli con la stessa gioia di un volo di usignoli liberati da una gabbia d’oro…. Il clima stesso favoriva lo sviluppo di quest’arte: “il colore esigeva altro colore; l’esuberanza cercava il suo complemento nella pid matematica delle arti figurative. E’ il generale uso del colore che distingue il barocco napoletano da quello romano. Dalle cupole e dai campanili i rivestimenti di maiolica scintillano tra le screziate tinte pastello delle case, dai tetti piatti come giardini pensili; i pavimenti dei fabbricati, laici e religiosi, sono tappezzati di mattonelle a disegni vivaci e quando facciamo capolino nelle chiese la tinta policroma degli affreschi e dei marmi intarsiati trionfa sugli effetti delle forme architettoniche.4.

Inchiodate sulla superficie della cupola, le formelle policrome in maiolica sono state a lungo utilizzate per arricchire, tramite il loro cromatismo, l’opera alla quale sono applicate, esaltandone la bellezza architettonica ed esaltando al contempo il contesto urbano nel quale sono inserite5.

E’ chiaro da quanto brevemente esposto che una cupola maiolicata non non è solo un elemento architettonico di copertura, è anche un abbellimento architettonico, specifico dello stile dell’epoca barocca napoteletana, e perciò elemento di identità culturale.

L’utilizzo di squame maiolicate per ricoprire e abbellire cupole e campanili è riconducibile alla seconda metà del XVI secolo, la produzione  arriva fino a tutto il XIX secolo. In epoche più recenti, pur registrando ancora nuove produzioni, si assiste soprattutto l’utilizzo delle squame in opere di restauro a volte sostituite con elementi simili di nuova fattura che riproducono la forma e il colore 6

Elementi di realizzazione e restauro

Le coperture maiolicate policrome usano riggiole colorate con diverse pigmentazioni e la loro posa in opera ne prevedeva una parziale sovrapposizione l’una sull’altra, a colori alternati, in modo tale da creare il disegno d’insieme desiderato. Tali tegole  sono posizionate evitando di creare “fughe” (cioè spazi non coperti tra una maiolica e l’altra) in modo da garantirne una buona tenuta agli agenti atmosferici.

Gli schemi di posa in opera procedevano secondo diverse tipologie: a diagonali parallele lungo tutta la calotta esterna della cupola, oppure poste per ottenere formazioni a “V”, a spina di pesce, o ancora a rombi semplici o concentrici. Tali diverse tecniche erano impiegate in funzione all’effetto estetico finale che si voleva ottenere, valorizzato dalle policromie che si decideva di accostare, in genere i colori base delle maioliche variavano da un minimo di due a un massimo di cinque 7

L’elemento base del rivestimento maiolicato è un mattone piano (squama) caratterizzato dal profilo inferiore arrotondato; le sue dimensioni si aggirano tra i 17-19 cm di larghezza ed i 23-28 di lunghezza. A circa 4 cm dal bordo superiore vi è un foro (raramente due o tre) praticati all’atto della fabbricazione per l’ancoraggio della squama al sottofondo 8.

Immagini da Carlo dell’Aquila, “Primo inventario delle cupole maiolicate in Puglia“, 1983

Nonostante la grande durabilità, a distanza di decenni molte delle cupole maiolicate presentano dei fenomeni di alterazione e degrado riconducibili essenzialmente alle seguenti cause: – patologia umida; – movimenti strutturali; – interventi antropici.
La conoscenza delle modalità di lavorazione e dello stato di conservazione dei singoli elementi ceramici costituenti i manufatti architettonici è molto utile nel caso di interventi di conservazione e restauro, ma è solo uno degli elementi necessari. Gli interventi di restauro sono complessi, perché non è sufficiente operare soltanto sul manufatto ceramico allo scopo di ridurre il più possibile le conseguenze dei processi di alterazione, ma occorre intervenire sul complesso strutturale, dove spesso risiedono le cause del cattivo stato di conservazione 9.

In Italia

Molti sono gli esempi, in Italia, di architetture religiose abbellite da cupole e campanili rivestiti con tegole a squame maiolicate policrome.
Presenti in molte regioni italiane, particolarmente laddove è stata importante la presenza degli spagnoli tra medioevo ed età moderna: Campania, Sicilia, Calabria, Puglia, Sardegna, ma anche Liguria.

Splendidi esempi di chiese con cupole maiolicati nella costiera amalfitana sono presenti in questo articolo https://www.albadamare.it/it/cupole-maiolicate-della-costiera-amalfitana/.

Per dare un’idea ho raccolto molti edifici con tegole maiolicate in Italia, esclusa la Calabria, che sarà rappresentata a parte in questa mappa interattiva 10.


Giuseppe Celsi, Censimento parziale degli edifici di culto con cupole o campanili maiolicati, in Italia, esclusa la Calabria

Catasto degli edifici di culto in Calabria, caratterizzati da cupole e campanili in maiolica

Il caso più frequente è quello di una copertura a squame all’estradosso della cupola, formato squame policrome bicolori in genere alternate o disposte a formare un disegno.

L’elenco è proposto suddiviso per provincia, in ordine alfabetico. Laddove esiste il link, è possibile trovare immagini ed informazioni aggiuntive.

Riordinando per altezza sul livello del mare, il santuario di Cerchiara ha la cupola alla quota slm più elevata: 1028 mt.

Approfondimenti, link e foto

Nella pagina Facebook da cui è nato questo catasto: Portali e Abbellimenti Architettonici in Calabria (@PortaliAbbellimentiCalabria) sono riportate le foto ed alcune informazioni dei luoghi qui indicati. Per trovarli tutti con una sola ricerca Facebook utilizzare il tag #CupoleMaiolicateInCalabria.

Mappa

Tutti i luoghi del catasto sono stati individuati in cartografia. Ho realizzato una mappa – su Google Maps -che può essere utilizzata per organizzare le proprie visite agli edifici, ovvero per studi e ricerche.


Giuseppe Celsi, Censimento degli edifici di culto con cupole o campanili maiolicati in Calabria

Apri la mappa in una finestra più grande
http://bit.ly/CupoleMaiolicate_in_Calabria

Ringraziamenti

Per questo studio si ringraziano particolarmente: Cinzia Citraro e Giuliano Guido.

Il censimento ha utilizzato le informazioni in Bibliografia, ed è stato integrato con le segnalazioni di numerosi amici attraverso condivisione su Facebook.
Hanno fornito foto o segnalazioni: Giuseppe Baffa, Gianni Belluscio, Alessandro Capparelli,  Lorenzo Coscarella, Delia Dattilo, Flaviano Garritano, Danila Mantino, Giacinta Oliva, Nadia Prantera, Valeria Petrone, Geppino Rende, Giuseppina Sapone.

Glossario

La cupola è una volta a calotta con perfetta simmetria centrale, con base poligonale, circolare o ellittica e profilo a semicerchio, parabola oppure ovoidale. La cupola più tipica è a base circolare.

Il campanile (o torre campanaria) è una struttura architettonica a forma di torre, in genere attigua ad una chiesa o ad un palazzo pubblico (in questo caso si parla generalmente di torre civica), che ospita una o più campane. Una chiesa può anche avere più di un campanile.

La maiolica è un tipo di produzione ceramica di vasellame caratterizzato da un corpo poroso rivestito, prevalentemente per immersione, di uno smalto stannifero (o tutt’al più piombico). In senso stretto e specialistico la “maiolica” è solo quella ceramica a smalto stannifero. In senso lato invece, anche sui dizionari, viene considerata maiolica tutta la terracotta smaltata.

Le riggiòle sono un tipo di mattonella in ceramica, spesso maiolicata e decorata a mano, tipica produzione della Campania, in particolare della costiera amalfitana, utilizzata sia per rivestire pavimenti sia per il rivestimento di pareti. Il termine è sinonimo di piastrella o mattonella. Il formato tipico dell’antica riggiola napoletana è cm 20 x 20.

Una formella è un manufatto, solitamente metallico, ma anche in marmo, in ceramica o in legno, avente scopo decorativo e costituito da un bassorilievo o altorilievo in forma geometrica, spesso rettangolare o quadrangolare, solitamente inserita in porte artistiche, come quelle delle chiese o di palazzi di pregio, ma anche in soffitti o pareti.

Embrice è un tipo di tegola in laterizio, di forma piana, con due orli rialzati, che consentono alla tegole di restare incastrate tra di loro.


Note

  1. La Cerámica Valenciana – Storia e Tradizione, visitasguiadasvalencia.com[]
  2. Roberto Cirillo, Le Cupole Maiolicate, in ilblogdelbrigantelobonero.wordpress.comcopia archivio[][]
  3. Carlo dell’Aquila, “Primo inventario delle cupole maiolicate in Puglia“, 1983, p. 38, citando R. PANE, Architettura dell’età barocca in Napoli, Napoli 1939, pp. 75-87; Enciclopedia Univ. dell’Arte, Cini, Firenze, Sansoni, 1971, II, p. 38. Sulla figura di Frà Nuvolo vedere anche “NUVOLO, Vincenzo, detto fra Nuvolo” di Adriano Ghisetti Giavarina – in Dizionario Biografico degli Italiani – Vol. 79, 2013[]
  4. Harold Acton – I Borboni di Napoli: 1734-1825, 1997[]
  5. Emanuela Plasmati, Camilla Vecchi – SVEVAH. Scuola di valorizzazione enogastronomica a Villanova Active House. Progettazione di un complesso educativo active house con involucro stratificato a secco, isolanti termoriflettenti multistrato e PCM in clima mediterraneo, Tesi di laurea a.a. 2017-18, pp. 127-128[]
  6. Prof.ssa Arch. Caterina Gattuso, Arch. Atanasio  Pizzi – Chiese con Cupole Maiolicate ed Identità Culturale, 2013[]
  7. R.Cirillo, op.cit.[]
  8. Carlo dell’Aquila, op.cit, p.40[]
  9. Bruno Fabbri, “La caratterizzazione dei materiali nel restauro di ceramica invetriata in contesto architettonico” in “El estudio y la Conservación de la Cerámica Decorada en Arquitectura“, 2003[]
  10. Per le cupole e campanili siciliani ho consultato questa pagina: http://www.clicksicilia.com/itinerarisicilia/le-cupole-maiolicate.php[]